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Nella sua breve ma intensa vita Simone Weil (1909-1943) ha combattuto nella Guerra Civile Spagnola, ha lavorato alla catena di montaggio e nei campi, ha polemizzato con Trosky, è stata insegnante di scuola superiore e di scuole serali per gli operai, ed ha preso parte alla Resistenza francese. Figlia di una famiglia ebrea benestante, Simone Weil ha passato la vita a difendere i diritti dei poveri e dei deboli in Francia e nelle varie colonie, nell’interesse dei senza diritti ha organizzato manifestazioni e ha scritto. Da sempre e per sempre un outsider sospettosa di ogni ideologia, Simone Weil è morta a 34 anni ed ha lasciato un corpus di opere di quindici volumi che la consacra una brillante personalità politica, sociale e spirituale.

Nei suoi scritti Simone Weil ha analizzato il potere e i suoi effetti deumanizzanti, ha elaborato la dottrina dell’attenzione e dell’empatia per la sofferenza umana, ed ha criticato lo Stalinismo assai prima che lo facesse la sinistra francese. Credeva che il lavoro intellettuale dovrebbe sempre essere combinato con il lavoro fisico e che la teoria dovrebbe sempre evolvere dall’osservazione diretta e dall’esperienza. Dopo tre esperienze mistiche nel senso Cristiano, Simone Weil ha cominciato a confrontarsi con la vita religiosa, il suo ruolo nell’esperienza umana e I limiti della religione organizzata. I suoi lavori più famosi sull’argomento, tutti pubblicati postumi, sono La gravità e la Grazia, Riflessioni sulle cause della libertà e dell'oppressione sociale, L’attesa di Dio, e La prima radice.

Le sue idee hanno ispirato numerose personalità, fra cui Susan Sontag, Alfred Kazin e Czeslaw Milosz, il New York Times l’ha definita “una delle menti più brilanti ed originali della Francia del ventesimo secolo”, ma senza dubbio il suo ammiratore più accalorato fu Albert Camus, che ebbe un ruolo fondamentale nel far pubblicare i suoi lavori dopo la Guerra. Addirittura si ritirò a meditare nella stanza di Simone prima di andare a ritirare il Premio Nobel nel 1957. Eppure, nonostante questi ammiratori e sostenitori di calibro, Simone Weil è ancora troppo poco conosciuta, rischia di venir dimenticata perfino nella sua Francia natale, è raramente oggetto d’attenzione accademica negli Stati Uniti o ovunque altro. La nota scrittrice Francine du Plessix Gray ha pubblicato una sua biografia e la Columbia Universiy ha poco tempo fa organizzato una conferenza che analizzava Simone Weil e i suoi lavoro da prospettive e punti di vista diversi. Ma non basta.

 

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